Otaku nel suo significato attuale circoscrive l'area della subcultura cartoni, fumetti e videogiochi giapponesi.
Questa parola però non serve tanto a descrive interesse per quell'argomento ma piuttosto il modo in cui quell'interesse viene vissuto.
In breve descrive persone ossessivamente interessate ad un certo ambito, caratterizzate alle volte da difficoltà di relazione.
Nel quotidiano l'Otaku è un collezionista ossessivo di fumetti giapponesi, in genere sentendoli parlare hanno un nome altisonante per tutto, nei fatti però dimostrano spesso di non capire nulla.
Insomma una persona non esperta di fumetti, potrebbe tranquillamente descriverli con quattro parole: "Sono degli sciocchi scemi."
Ma il punto non è questo.
Ricercando meglio viene fuori che nell'89 un serial killer ossessionato dai fumetti porno giapponesi, che aveva violentato e ucciso 4 bambini ed aveva mangiato parte dei loro corpi viene soprannominato Otaku.
L'uomo si chiama Tsutomu Miyazaki e viene giustiziato il 17 giugno 2008.
I giornali al momento della cattura pubblicano la foto del suo monolocale.
La mia riflessione inizia quì.
La sua camera sembra un magazzino di fumetti e cartoni animati giapponesi.
Le pareti e le finestre sono coperte di fumetti manga e videocassette.
Ma la cosa curiosa è che quei mucchi di materiale coprono completamente le finestre.
Impediscono qualunque comunicazione con l'esterno.
Guardando la foto del suo nascondiglio mi è sembrato quasi che quella casa fosse una trincea e che quei fumetti fossero come dei sacchi di sabbia.
E' come se il suo interesse ossessivo servisse a scomparire.
Questa situazione mi è sembrata il modo giusto per descrivere la differenza tra ricerca che dovrebbe servire a guardare e capire meglio quello che ci circonda e la paura che al contrario serve a nasconderci da quello che ci circonda.
A me questa oltre ad essere sembrata una metafora gigantesca del culto ossessivo per le cose,
mi è sembrato il modo giusto di descrivere cosa accade alle volte alle persone.
Questa parola però non serve tanto a descrive interesse per quell'argomento ma piuttosto il modo in cui quell'interesse viene vissuto.
In breve descrive persone ossessivamente interessate ad un certo ambito, caratterizzate alle volte da difficoltà di relazione.
Nel quotidiano l'Otaku è un collezionista ossessivo di fumetti giapponesi, in genere sentendoli parlare hanno un nome altisonante per tutto, nei fatti però dimostrano spesso di non capire nulla.
Insomma una persona non esperta di fumetti, potrebbe tranquillamente descriverli con quattro parole: "Sono degli sciocchi scemi."
Ma il punto non è questo.
Ricercando meglio viene fuori che nell'89 un serial killer ossessionato dai fumetti porno giapponesi, che aveva violentato e ucciso 4 bambini ed aveva mangiato parte dei loro corpi viene soprannominato Otaku.
L'uomo si chiama Tsutomu Miyazaki e viene giustiziato il 17 giugno 2008.
I giornali al momento della cattura pubblicano la foto del suo monolocale.
La mia riflessione inizia quì.
La sua camera sembra un magazzino di fumetti e cartoni animati giapponesi.
Le pareti e le finestre sono coperte di fumetti manga e videocassette.
Ma la cosa curiosa è che quei mucchi di materiale coprono completamente le finestre.
Impediscono qualunque comunicazione con l'esterno.
Guardando la foto del suo nascondiglio mi è sembrato quasi che quella casa fosse una trincea e che quei fumetti fossero come dei sacchi di sabbia.
E' come se il suo interesse ossessivo servisse a scomparire.
Questa situazione mi è sembrata il modo giusto per descrivere la differenza tra ricerca che dovrebbe servire a guardare e capire meglio quello che ci circonda e la paura che al contrario serve a nasconderci da quello che ci circonda.
A me questa oltre ad essere sembrata una metafora gigantesca del culto ossessivo per le cose,
mi è sembrato il modo giusto di descrivere cosa accade alle volte alle persone.

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