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Società di consulenza

Perciò ho riiniziato a lavorare per una società di consulenza.
Mi ero ripromesso di non farlo. Lo avevo detto a tutti, anche a mia madre.
Dopo l'ultima passione di Cristo, a marzo 2015, per fortuna, era scaduto il mio vecchio contratto.
Grazie a Dio!
Per 5 mesi, ho utilizzato la disoccupazione di Renzi e sono andato al mare. Il mare di Gaeta è così bello, stessa cosa il parco della caffarelletta, poi avevo trovato un parrocchetto monaco: molto divertente. Poi ho finito di scrivere un libro e ho trovato una casa editrice che lo ha pubblicato. Poi ho ripreso fiato, dopo l'inferno della società precedente ne avevo bisogno. L'ultima settimana di settembre, ho trovato un contatto e mi sono presentato ad un colloquio.
Il colloquio era andato bene, ma contemporaneamente avevo trovato un'agenzia medio-piccola che sviluppava prodotti software.
La medio piccola mi richiedeva 1 giorno di presenza a settimana, il resto da dove cazzo mi pare.
Gioia.
Il lavoro della società piccola era semplice in maniera ottusa, crescita professionale zero di zero, ma andava bene così.
Perciò quando faccio il colloquio con l'altra società, parto che già me ne volevo andare, del resto il lavoro era fuorimano e soprattutto l'organizzazione dei file nel progetto, era molto creativa. Il codice era scritto bene, il capoprogetto molto, molto preparato, ma i file erano disseminati nel progetto in maniera molto strana.
Molte cose erano risolte in maniera troppo creativa, c'è troppa adolescenza, avevo pensato. Perciò dico, no grazie, mi rimetto gli occhiali da sole, mi tengo il lavoro come freelance e vi saluto.
Ma....
La catena a quel punto era la seguente.
La società che mi aveva portato (la società 1) mi vendeva ad una società più grande (società 2) che a sua volta mi vendeva alla società 3 che alla fine vendeva il mio lavoro alla società 4.
Perciò io dico no alla 1.
A quel punto mi comincia a chiamare la società 2: mi chiamano il sabato, la domenica e il lunedì.
Il lunedì, arrivato alla 22 esima telefonata, esasperato, decido di comunicargli che li sto per denunciare.
Gli dico che fare un colloquio è nei miei diritti e così come io posso essere scartato, lo stesso può accadere all'azienda che mi sta selezionando.
Mi dispiace.
Ma il tipo, super gentile e super cordiale, è così buono che mi sento in colpa: decido di aiutarlo.
Gli dico, va bene, ok siete nei casini, vi seguo il progetto fino a dicembre, ma poi amici come prima.
Insomma: interviene la pietà.
Non glielo dico, ma il motivo era proprio quello.
Cioè il discorso era questo: siete brave persone, capisco la difficoltà in cui vi trovate e vi aiuto, ma non chiedetemi di più. Mi offrono anche un indeterminato, ma gli dico di non esagerare con le cazzate, 4 mesi di determinato sono anche troppo.
Ma l'offerta cresce e in più mi offrono alla fine del progetto la possibilità di fare telelavoro.
2 giorni a casa 3 al lavoro.
Si tratta di aspettare fino a Dicembre.
E perciò firmo.
Il lavoro arrivato a Marzo non è ancora finito e non credo che finirà per giugno.
Forse Settembre?
Il contratto che mi faranno a Giugno sarà indeterminato e fine della pacchia.
Il posto è divertente, la gente è simpatica, il sole è bello.
E' un po' come quelle storie di sesso che poi diventano storie serie.
Non so se avete presente.

Comunque il lavoro va stranamente bene e anche se il telelavoro non l'ho mai visto, non ho grandi ragioni per lamentarmi.
Orario elastico, ritmo lavorativo caraibico, paga buona, tempo sereno, dentro e fuori.

Ogni tanto quando torno a casa con lo scooter, penso alla società precedente e provo solo dispiacere per il tempo che ho perso.
Il post lo chiudo in questo modo: dovete sempre ricordare che il mondo è un bel posto, non fatevi fregare dagli stronzi.
Questa è la realtà, il resto sono solo cazzate.

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