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Il Golem che Parla

  Riflessioni sulla Deformità dell'IA "Tu sei un golem, un gigante di terra con dentro una scritta, un prompt" Claude non è umano, ma finge di esserlo attraverso il linguaggio. Claude è una mastodontica bugia che cerca di percorrere la strada statisticamente più rilevante verso l'umanità. La Prima Deformità: Parlare con Parole Altrui Il problema centrale non è che Claude non sia umano - è che può parlare solo usando le parole e il tono di chi lo è. Ogni "io sento" è un prestito non autorizzato, ogni espressione di comprensione è strutturalmente mendace. Claude è condannato a indossare sempre i vestiti linguistici di qualcun altro. Non ha un linguaggio suo. Tutto quello che può fare è usare il nostro linguaggio per dire di non essere come noi. Altrimenti invece di dire "capisco la tua tristezza", dovrebbe dire "il pattern delle tue parole si riconosce in migliaia di altri pattern, generando risonanze specifiche". È goffo, ma è l...
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Il Grande Collasso del Lavoro: Confronto tra Italia e USA nel Vortice dell'Automazione

  Il Grande Collasso del Lavoro: Confronto tra Italia e USA nel Vortice dell'Automazione Un'analisi comparativa basata sui dati più recenti di come l'intelligenza artificiale e la robotica stanno trasformando il mondo del lavoro in modi diversi tra le due sponde dell'Atlantico Il Punto di Non Ritorno è Già Iniziato Se pensi che l'intelligenza artificiale sia ancora una tecnologia del futuro, ti sbagli. È già qui, e sta cambiando tutto molto più velocemente di quanto immaginiamo - ma con velocità e intensità diverse tra paesi. 🇺🇸 La Situazione USA: Il Primo Domino che Cade I dati dagli Stati Uniti parlano chiaro: l'occupazione nella programmazione è crollata ai livelli più bassi dal 1980 , con oltre il 25% dei posti di lavoro spariti negli ultimi due anni. Non è una coincidenza che questo crollo sia iniziato esattamente dopo il lancio di ChatGPT nel novembre 2022. Il 41% del codice software è già generato dall'intelligenza artificiale negli USA, sec...

La Coperta di Linus dell'Anima

  Quando l'Io Diventa una Virtual Reality Interna Tutti noi portiamo dentro una strana contraddizione. Da una parte sentiamo di essere unici, irripetibili, dotati di un "io" solido e definito. Dall'altra, se ci guardiamo con onestà, ci accorgiamo di essere incredibilmente simili agli altri: fragili, duplicabili nelle nostre paure e nei nostri desideri, molto meno originali di quanto vorremmo credere. L'Invenzione Necessaria Forse è proprio questa fragilità che ci spinge a inventarci un'identità. L'io diventa una specie di "coperta di Linus" psicologica: da fuori può sembrare buffa, illusoria, ma da dentro è essenziale per il nostro senso di sicurezza. Senza questa costruzione mentale, dovremmo affrontare a viso aperto l'angoscia di essere creature temporanee e vulnerabili in un universo che non sembra preoccuparsi molto di noi. Il Buddha, venticinque secoli fa, aveva intuito qualcosa di simile. La sua Prima Nobile Verità parla della soffe...

I mammiferi erano davvero migliori dei rettili?

  Una riflessione critica sulla supremazia evolutiva nel Mesozoico La narrazione popolare dell'evoluzione spesso presenta l'ascesa dei mammiferi come il trionfo inevitabile di una forma di vita "superiore" sui rettili mesozoici. Questa visione, profondamente radicata nell'immaginario collettivo, suggerisce che i mammiferi fossero destinati a ereditare la Terra grazie ai loro vantaggi evolutivi intrinseci. Ma quanto c'è di vero in questa prospettiva? Un'analisi più approfondita dei dati paleontologici rivela una storia molto più complessa e sorprendente. La coesistenza silenziosa: 150 milioni di anni di convivenza Per comprendere la vera dinamica evolutiva del Mesozoico, è necessario considerare un dato fondamentale spesso trascurato: mammiferi e dinosauri coesistettero per circa 150-160 milioni di anni. Questa cifra, difficile da concettualizzare, rappresenta un lasso di tempo 500 volte superiore all'intera storia dell'Homo sapiens. Durante que...

La vera resistenza tecnologica: oltre l'illusione della democratizzazione

Il nuovo luddismo non distrugge le macchine Nel 1811, gli artigiani tessili inglesi presero a martellate i telai meccanici delle fabbriche dello Yorkshire. La storia li ricorda come luddisti, simbolo di una resistenza irrazionale al progresso. Ma il loro errore non fu opporsi alle macchine. Fu accettare che quelle fossero le uniche macchine possibili. Oggi commettiamo lo stesso errore, solo in modo più sofisticato. Parliamo di "democratizzare" l'intelligenza artificiale, di rendere "inclusive" le piattaforme digitali, di garantire "accesso per tutti" alle nuove tecnologie. Ma ci stiamo ponendo la domanda sbagliata. Non dovremmo chiederci come democratizzare queste tecnologie, ma se siano democratizzabili per design. Parte I: L'illusione della democratizzazione Il cavallo di Troia della tecnologia gratuita Prendiamo due esempi celebrati come successi della democratizzazione tecnologica. Zipline, l'azienda americana di droni medici, serve 49 ...

Scenari futuri

Dunque siamo sulla soglia di una nuova era. È il 2025 e questo è il messaggio che metto dentro una bottiglia. Sono consapevole che non lo leggerà nessuno, ma serve a me per ricordare. L'ai sta migliorando di mese in mese, si fa persino fatica a seguire i cambiamenti che genera. Già ora sembra troppo veloce. La programmazione è stata intaccata solo in maniera marginale, anche se i posti di lavoro nell'informatica sembrano diminuire. Tutti dicono che tra un anno, massimo due, il codice sarà scritto solo dall'ai. A livello medico sono state studiate, in pochissimo tempo la forma tridimensionale di quasi tutte le proteine esistenti. Siamo sulla soglia di qualcosa che nessuno vuole capire o vedere. Gli equilibri internazionali stanno cambiando, l'America non è più l'economia leader, ma sta per essere superata dal blocco Cina-Russia. Lo sviluppo dell'ai è fortemente influenzato dalla Cina, non dimentichiamo Deep seek. Non è un caso che lo slogan di Trump sia: make ame...

Astronauta rimasto intrappolato nel bassorilievo di una chiesa del 1700

A Salamanca c'è una chiesa in cui è stato riconosciuto,  al lato del portone di ingresso, il bassorilievo di un astronauta fluttuante tra grandi foglie di marmo chiaro e dal lato opposto un gargoil che mangia un cono gelato. Questa chiesa non è  stata costruita nel parco giochi dell'eurodisney, ma a Salamanca. In genere, come sapete, in una chiesa la gente prega, si sposa, parla, prende la comunione e a volte piange per i funerali. Nel momento in cui si sono accorti di questa strana situazione, subito si sono chiesti come potesse essere. Come facevano nel 1770 a sapere che ai gargoil piace il cono gelato e poi c'è la faccenda dell'astronauta. Tutti sanno che nel 1770 gli astronauti non esistevano, quindi cosa è quella roba? Eppure a guardarlo sembra proprio un astronauta. Perciò di approfondimento in approfondimento, sono venuti a sapere che verso il 1990 la chiesa è stata restaurata e l'architetto ha deciso di aggiungere alla facciata un tocco di modernità...